Guardiagrele
A Guardiagrele si lavora di fino, si cesella, si ricama: questa è la patria, infatti, di Nicola da Guardiagrele, scultore e orafo sublime, uno dei più grandi artisti del Quattrocento italiano. Questa abilità inventiva è rimasta tesoro del borgo, ne è l’anima visibile, perché i suoi concittadini sono ancora gli artigiani più bravi d’Abruzzo, e i più strenui difensori dei “mestieri di una volta”, il cui centro di resistenza è organizzato proprio a Guardiagrele intorno alla mostra dell’artigianato artistico della Maiella, la “montagna madre” dell’Abruzzo. Su un muro roccioso, poco distante dal centro storico di Guardiagrele, è scolpita la frase: “La Maiella Madre che vi guarda e vi benedice in eterno”. In effetti, è così: questo imponente massiccio, oltre ad essere oggi uno splendido parco dove praticare la wilderness, la vita selvaggia, sprigiona un arcano valore materno e magico-sacrale che affonda le sue radici nel mito. Era un tempo il regno della dea Maia, venerata dalle genti italiche. Arrivata qui dalla Frigia, Maia perse il figlio e morì di disperazione trasformandosi nella Maiella nel cui profilo pare ancora di intravedere i dolci lineamenti di una donna.